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Lo scrive Federico, lo pensiamo tutti. #pendolaristufi #soppressioni

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04/07/2015 di Bonfa.it

Federico appartiene al nostro gruppo su facebook e esprime il suo pensiero in merito a quanto sta accadendo in questi giorni sulla nostra linea. Riportiamo tutto il suo post, vi preghiamo di leggerlo perchè non si poteva fare fotografia migliore della situazione:

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Io non entro nel merito della questione dello sciopero.
Per come la vedo io, in questa vicenda è impossibile sapere chi ha ragione e chi ha torto, in quanto si tratta di dinamiche aziendali interne e ognuno ovviamente tende a portare acqua al proprio mulino. Di conseguenza non mi permetto di insultare i macchinisti o chiunque altro.
E’ un dato di fatto che il servizio, il quale, in realtà, non è più definibile neanche un servizio, è un INSULTO alla dignità delle persone che pagano il biglietto e gli abbonamenti (ancora per poco credo, spero), facendo sacrifici e rischiando anche il posto di lavoro per i continui ritardi.

Voglio fare comunque una considerazione generale e oggettiva, senza puntare il dito su chi sia colpevole o meno e senza ovviamente offendere persone, il che è sempre inutile e poco produttivo.

Questa situazione è l’inevitabile conseguenza che si viene a creare quando, come da un anno viene fatto notare da molti degli utenti di questo fantastico comitato, gli interessi e la soddisfazione dell’utente/cliente vengono messi in ultimo piano, scavalcati da tutte le questioni prevalentemente burocratiche possibili e immaginabili.
Quello che sta succedendo ad Atac non è niente di eccezionale cari miei.

Si chiama legge del mercato:
se proponi un servizio (passatemi lo sproloquio) di merda, qualunque servizio! dalla vendita al dettaglio di patate fino ai trasporti pubblici, con dei dirigenti incompetenti, un personale in numero insufficiente e il più delle volte non preparato, formato in maniera non professionale, la conseguenza è solo una e
inevitabile:chiudi bottega, abbassi la serranda, consegni le chiavi e vai a casa.

A differenza però dei negozi di vendita al dettaglio, che devono andare a procacciare feedback nei modi più possibili e immaginabili, Atac ha (che nel giro di poco tempo credo diventerà un “ha avuto”) la possibilità di dialogare con chi quei treni e quelle linee li prende tutti i giorni, e nella gran parte delle volte ha snobbato questa grande fortuna, non capendo che in realtà accontentare chi usufruisce del servizio è la prima forma di guadagno, dando sempre e forse inconsciamente troppo per scontato che “tanto il treno per andà a lavoro lo devono prendere“.

Ovvio che la colpa non è di tutti i macchinisti, che perlomeno sulla nostra linea sono costretti a lavorare su degli emeriti bidet su rotaia, o di tutti i dipendenti, basta vedere gli esempi dell’Ing. Scoppola e di Nicoletta, però purtroppo questa è la situazione oggettiva.

Io ho lavorato quattro anni in un famoso negozio d’elettronica a Porta di Roma e poi questo ha chiuso. Di certo non ha chiuso per colpa mia o di tutti i colleghi, ma sono cosciente che

1) la formula non funzionava

2) i prezzi erano troppo alti

3) la concorrenza era più accanita che mai.

Quella era la realtà del negozio, a prescindere dalle colpe.
Questa è la realtà di Atac, a prescindere dalle colpe.

Queste sono le conseguenze, e lo ripeto per l’ultima volta, di mettere la soddisfazione del fruitore finale del servizio in posizione marginale rispetto al resto. Io non so chi si accollerà queste colpe alla fine, ma onestamente, visto il modo in cui sono trattati i pendolari, mi interessa anche poco.

Scusate se mi sono dilungato ma ho voluto chiudere la questione ed esprimere il mio pensiero tutto insieme.

——————————

Ringraziamo Federico, veramente!

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