Incontro con i massimi vertici di ATAC. Cosa abbiamo portato.
1910/01/2014 di Bonfa.it
Il 9 gennaio 2014 siamo stati invitati da ATAC e abbiamo portato tutto il “necessario” per far capire in quali condizioni viaggiamo, come sono ridotte le stazioni, cosa vogliamo e cosa chiediamo da oltre un anno.
Abbiamo trovato un clima molto collaborativo da parte di ATAC (rappresentata nelle persone dell’Amministratore Delegato Broggi, dai Dott. Saccà, Lanzone e Di Staso), diverso dalle volte scorse, e questo è un buon segno.
Come al solito siamo stati molto schietti e diretti: basta favole. Noi chiediamo tempi certi per le risoluzioni delle problematiche.
Alcuni passi interni importanti sono stati fatti, come ci hanno ben relazionato i rappresentanti di ATAC. Questo permetterà di ripristinare le corse soppresse.
Per tutto il resto dell’incontro stiamo preparando un resoconto dettagliato, nel frattempo vi invitiamo a prendere visione e a diffondere la nostra presentazione, che è stata fornita anche a ATAC.
Presentazione a ATAC (PDF – 1 Mb)
Pretendiamo un servizio migliore, per il quale paghiamo!
Spero vivamente che qualcuno ci ascolti!
Grazie infinite – ancora una volta – per il lavoro svolto.
Gisella, ATAC e Regione in particolare ci ascoltano solitamente solo se costretti. Forse un bel giorno troveremo un assessore regionale A BORDO che chiede a tutti “Come va? Cosa c’e’ che non va? Cosa possiamo fare?”
Ma per ora la realta’ e’ ben diversa: solo segnalazioni, lettere, FOTO/VIDEO possono smuovere l’immobilismo vergognoso che sovrasta una FERROVIA REGIONALE.
Purtroppo siamo fisicamente pochi: siamo sempre alla ricerca di volontari e/o collaboratori…che hanno nel corpo e nell’anima l’inclinazione a usare il Trasporto Pubblico (bene comune ed essenziale).
Tommaso
Le mie proposte già le conoscete ma le riepilogo:
– per il tratto urbano ci vogliono stazioni stile fort knox, cosa possibile visto che sono state rinnovate, con controlli fissi all’entrata, unico modo per evitare viaggi a sbafo e passeggeri indesiderati come quelli da voi indicati che salgono in condizioni igieniche a dir poco precarie. Al limite controlli fissi sulle stazioni più problematiche e volanti su quelle più tranquille se proprio non si riesce a fare di meglio. I controllori a bordo dato il numero di passeggeri in questa tratta servono a poco meglio controllare all’entrata. Inoltre dovrebbero essere usati treni stile caf visto che il servizio è in pratica metropolitano.
– per il tratto extraurbano: anche qui si dovrebbero cambiare i treni, perlomeno i firema anni 90 che sono di uno squallore unico. Nel frattempo però andrebbero urgentemente ripuliti perché oggi quei sedili sono più che altro un rischio sanitario e non credo esista paese occidentale in cui si viaggia in treno in queste condizioni. Inutile e pure dannoso in molti casi installare nelle stazioni tornelli che poi andrebbero sorvegliati e in certi casi non funzionerebbero comunque (vedasi Civita Castellana per avere un esempio lampante) mentre il controllore a bordo sarebbe la soluzione definitiva dato che l’affollamento dei vagoni è molto minore e basterebbe a gestire la situazione evitando anche vandalismi che su questa tratta sono più probabili viste le lunghe distanze, la minore presenza di viaggiatori e i diversi arredamenti interni delle carrozze rispetto a quella urbana.
Tralasciando discorsi su raddoppi di binario già trattati, ritorno sulla questione dell’automazione della linee riferendomi in particolare al tratto viterbese che conosco meglio. Oggi i treni viaggiano a velocità basse sia per la presenza di curve sia perché, suppongo, i binari a volte non sono in condizioni ottimali. In certi tratti si balla parecchio. Ma anche perché ci sono parecchi passaggi a livello incustoditi senza sbarre con conseguenti rallentamenti. Ho fatto una piccola ricerca di pochi minuti e ho visto che nel tratto da Soriano a Viterbo in buona parte dei passaggi a livello incustoditi ci sono stati incidenti, almeno uno mortale se ricordo bene. Il passaggio di Bagnaia di cui avevo postato il link è particolarmente critico e già nel gennaio del 2013 si era annunciata l’installazione di sbarre automatiche. Un anno è passato, non è stato fatto niente, e nel frattempo è successo che un altro passaggio poco distante non incustodito è rimasto con le sbarre aperte durante il transito del treno (19 novembre 2013). Non è del resto la prima volta che succede in quel punto.
Fermo restando che per me è impossibile alle condizioni attuali parlare di raddoppio nel tratto viterbese, ritengo che l’automazione di cui sopra risolverebbe questi problemi con una spesa relativamente piccola, che non è in contrasto con i proclami di ammodernamento della linea. Permetterebbe di migliorare il servizio nel modo che ho già spiegato, annullando in pratica questo tipo di incidenti e consentendo viaggi a velocità non esorbitanti ma costanti, diminuendo inoltre i tempi di sosta in certe stazioni che oggi si allungano sia perché si deve telefonare, sia per attendere il treno in senso opposto che è spesso in ritardo. Potrà sembrare una piccola cosa per chi non conosce la situazione di questa linea ma in realtà sarebbe un bel passo in avanti.
Emanuele, ti rispondo punto per punto:
1) All’intervista a Prima Porta io chiesi espressamente a Sacca’ l’installazione dei varchi da stadio/New York, come sono gia’ installati a Ponte Mammolo. E ieri non abbiamo dimenticato di sottolineare l’importanza della verifica fatta seriamente, non di facciata “una tantum” e poi il nulla per settimane/mesi. Per i treni nulla di nuovo all’orizzonte (di certo).
2) Il verificatore a bordo in extraurbano si e’ visto sporadicamente un paio di mesi fa (se non ricordo male), ne abbiamo avuto notizia sul gruppo Facebook. Deve diventare una figura FISSA.
3) I passaggi a livello sono una vera spina nel fianco di questa linea: un intervento di qualche tipo e’ assolutamente necessario, e puo’ portare solo che bene: in primis la sicurezza fisica, e poi la velocita’ maggiore del treno, che quindi non deve “dare la precedenza” ad eventuali trasgressori dell’obbligo di arresto.
4) Io ho viaggiato poche volte in extraurbano, ma ho visto quanto mi confermi tu e altri abitudinari: la mancata informazione in tempo reale sulla posizione dei treni fa perdere minuti preziosi. Inoltre ne beneficierebbe l’utenza stessa avendo a disposizione uno strumento come ViaggiaTreno di Trenitalia.
Grazie come sempre
Tommaso
Correggo una imprecisione: il passaggio rimasto aperto non è stato il 19 novembre ma la domenica prima. La data era dell’articolo (con tanto di foto) che riporto. Non so di preciso ma sospetto che la domenica la stazione sia impresenziata.
http://www.viterbonews24.it/news/passaggio-a-livello-su-e-semaforo-verde-mentre-passa-il-treno-in-corsa-a-bagnia_32588.htm
Si la mancata informazione è clamorosa, mi è capitato di aspettare treni che ritardavano di 10-15 minuti per poi chiedere al capostazione che non sapeva niente e doveva telefonare per avere informazioni visto che non lo avvisavano, venendo a sapere magari che quel treno era in ritardo di 40 minuti o addirittura si era rotto e non sarebbe passato.
Aggiungo che i treni extraurbani non dovrebbero fermare nel tratto urbano, escludendo magari Saxa Rubra dove c’è il capolinea degli autobus.
Grazie Emanuele per l’articolo e la correzione.
Ma infatti l’ideale sarebbe avere un tratto urbano e uno extraurbano separati: ma dico subito ALT: questo presupporrebbe un funzionamento pressoche’ perfetto vista la rottura di carico a Montebello…e qua siamo ben lontani dall’averlo, con la terrificante manualita’ a cui si e’ obbligati (dal punto di vista gestionale).
E poi, ancora peggio e come rischio principale, abbiamo (almeno per ora) una fortissima paura che se per caso, ipotizzando, ammesso e non concesso ecc. si dividesse rigidamente il tratto urbano dall’extraurbano, il Comune di Roma faccia diventare il tratto urbano una linea pressoche’ identica alle metropolitane (e questo potrebbe andare bene) ma, dall’altra parte, cominciasse sotto banco lo smantellamento con lavori, poca manutenzione ecc..
Comunque l’idea della sola Saxa Rubra come fermata non e’ malvagia.
Buona giornata
Tommaso
Beh da qualche parte avevo scritto anche che se non si cambia chi gestisce la linea possiamo fare tutti i progetti che vogliamo e il servizio resterà scadente.
Per dire, con le capacità dell’Atac come funzionerebbe questa linea?
Nota all’ultima stazione il passaggio pedonale sui binari con tanto di sbarre (e la quantità di passaggi a livello)
La divisione in due trochi della linea sarebbe la fine della tratta extraurbana. La rottura di… carico come la intende l’ATAC si tradurrebbe in un aumento esponenziale dei tempi di percorrenza e oltretutto considerata l’archiettettura della stazione di Montebello non sarebbe nemmeno agevole, l’extraurbano avrebbbe infatti come bimsario dedicato il 3. Olttetutto se proprio debbo fare una rottura di… carico preferisco fsrla con il mezzo privato. Quindi maggiore traffico sulla Flaminia e maggiore intasamento della zona intorno alla stazuione di Montebello. Diversa e più razionale la prova di alcune corse attestate a Momtebello nelle ore di lenta.
Caro Emanuele, il video postato è illuminante di quanto in una linea a cadenza il biario unico sia un falso problema. Il vero problemè l’automazione degli scambi. Finche per chiudere i punti nocivi sulla nostra ferrovia dovrà scendere il capo treno ad azionare lo scambio (il cui funzionamento è severamente interdetto agli agenti di stazione) non caveremo un ragno dal buco
Franco, grazie anche a te per i commenti e per l’ulteriore video!
…il cui treno ha pure l’annuncio di prossima fermata in lingua locale e in inglese!
MAGARI? MAGARI?
Ho letto su twitter la discussione sulle stazioni chiuse e siccome non sono iscritto scrivo qui per dire una cosa: La Selva, La Fornacchia e S. Lucia sono tre posti isolati, molto caratteristici della campagna viterbese nella parte dei Cimini se vogliamo, ma isolati. Detto questo io le lascerei come sono sempre state visto che la richiesta di un passeggero ogni tanto non provoca gran che di ritardo rispetto al tempo che si perde nel resto della linea.
Non immaginavo che S. Lucia fosse quella con più traffico, per così dire 🙂
Ecco per chi non lo sapesse di cosa stiamo parlando
http://goo.gl/maps/fLAu8
poi se ruotate l’immagine verso sinistra vedrete il resto della “stazione”.
Forse ora comprenderete perché quando parlate di tornelli, marciapiedi rialzati e pannelli di segnalazione per tutte le fermate mi viene da sorridere a pensare a certe zone della parte viterbese. 😉
Proprio con riferimento alle osservazioni fatte da Emanuele, mi piacerebbe sapere in quale percentuale gli aderenti al comitato sono utenti della linea extraurbana.
Franco
Emanuele e Franco, purtroppo siamo carenti di utenti a nord di Civita Castellana, in particolare tra questa e Bagnaia: non abbiamo praticamente nessuna info se non quelle che riceviamo sul sito web tramite i vostri preziosi commenti.
Sul fatto dei varchi sono stati sollevati molti dubbi, in particolare per la loro efficienza: concordo con te, dentro Roma abbiamo Labaro illuminata a giorno, e poi abbiamo stazioni totalmente fuori norma come questa (sbaglio o l’accesso al treno e’…tra le piante?!).
La costruzione era una volta il Fabbricato Viaggiatori con sala di attesa?
Grazie ancora soprattutto per le immagini che danno forma alle parole.
Tommaso
Io posso dirvi in breve qualcosa del tratto che ho frequentato più spesso dal 1985, cioè tra Vignanello e Viterbo anche se ormai da anni non vado più in là di Soriano e mi baso sui ricordi.
Vignanello ha la stazione in mezzo al paese, aperta, presidiata e a occhio sembra ben tenuta. Poi come sono i bagni non lo so.
Vallerano è a 300 metri di distanza, a vederla dal treno d’estate sembra una stazioncina abbandonata del far west, d’inverno una stazioncina abbandonata e basta. Ecco le immagini per chi volesse farsi un giro turistico
http://goo.gl/maps/tNqYe
Sembra isolatissima invece ci sono le prime case dopo qualche decina di metri. Una situazione simile a Roma sarebbe pericolosa, qui non credo ci siano rischi di violenze varie. Purtroppo i taggaroli si sono fatti vivi anche qui.
La Selva lo dice il nome in pratica, è tipo S. Lucia però il marciapiede non da su una scarpata come nel secondo caso.
Soriano è in fondo al paese (nel senso che è nel punto più basso, Soriano è tutto arrampicato su più colline separate da vallate, molto bello come disposizione). Presidiata, bagni chiusi da mesi e penso inagibili ma forse aprono a richiesta almeno quelli delle donne, accanto c’è il deposito dei mezzi Cotral e gli autisti quando sono in attesa di partire hanno a disposizione il piano superiore della stazione. C’è un traffico passeggeri tra i più alti della provincia di Viterbo, sempre relativo rispetto a Roma naturalmente
S. Lucia l’avete vista. Il fabbricato non so cosa fosse, forse una specie di casa cantoniera per ferrovieri. Se poi c’era una saletta d’aspetto non lo so.
La Fornacchia l’avete vista quando ho postato le immagini del passaggio a livello. C’era un fabbricato che forse decenni fa era una stazione vera e propria, quello che si vede accanto al passaggio che da non so quanto sembra diventato un’abitazione privata.
Vitorchiano è ancora presidiata perché c’è una stazione elettrica altrimenti immagino sarebbe impresidiata ma la biglietteria è chiusa da 10 anni o più. Ci abitava la famiglia del capostazione fino ad alcuni anni fa oggi il piano superiore è utilizzato da chi presidia ma non so se ci dormono la notte. I bagni sono chiusi da 1 o 2 anni perché il tetto è pericolante.
Bagnaia è presidiata e la biglietteria è aperta, i bagni sono stati rimessi a posto, almeno fuori, dentro non saprei.
La Quercia è una stazione abbandonata da quando ho memoria. Negli ultimi anni sembra diventata l’abitazione di qualcuno, o almeno ogni tanto ci vedevo qualcuno. Comunque i treni non fermano.
Viterbo, capolinea lo avete visto con i vostri occhi com’è.
Quando parlo di stazioni presidiate non so però se lo sono anche la domenica. In ogni caso non uso praticamente più il treno da parecchio quindi possono esserci stati cambiamenti di cui non sono a conoscenza.
Ritengo che la tratta che ho descritto è quella più adatta per il turismo, il famoso trenino della Tuscia, anche le stazioncine abbandonate hanno un loro fascino, magari ripulite dalle scritte.
Quando mi riferivo alla tratta extraurbana, intendevo quella in provincia di Roma, In parole povere vorrei sapere se il comitato è innanzitutto “romanocentrico” o ha “proseliti” anche fuori del Raccordo
Me la ricordo, la stazione di Vallerano! 🙂 L’ho vista quando siamo andati al Centenario della Ferrovia da Roma! Grazie per le info di dettaglio…utilissime, Emanuele!
Franco, facendo un’analisi a freddo, siamo cosi’ divisi:
– La maggioranza e’ pendolare tra il quartiere di Labaro a Roma (appena a nord del Raccordo) e, oserei dire, Civita Castellana. Mattina >Roma, Pomeriggio/sera >fuori Roma. Molti tra Riano e Rignano Flaminio
– Altri fanno il percorso contrario (da Piazzale Flaminio verso nord – tratta urbana, e al ritorno verso sud)
– Sono iscritti anche alcuni lavoratori, sparsi tra Piazzale Flaminio e Viterbo
– Punto dolente, ci sono pochi viaggiatori che usano il treno esclusivamente a nord di Civita Castellana
– Sono poi presenti alcuni appassionati di Trasporto Pubblico.
A disposizione per ulteriori info!
Tommaso
Grazie dell’informazione sulla composizione “geografica” del comitato io appartengo all’area definita “tra riano e rignano”. Il mio timore era un interesse troppo circoscritto all’area urbana. Questa ferrovia deve essere un valore aggiunto per tutta l’area a Nord di Roma sull’asse Flaminia.
Sono perfettamente d’accordo. Io stesso ricado nell’area urbana, ma va da se’ che la citata tratta urbana e’ lunga 12 km circa, contro 102 totali…! Anche al netto delle curve che si potrebbero eliminare, la parte extraurbana e’ la piu’ importante!