Cambio di paradigma per il pendolare: da pagante a pagato? #segnalazioni #app #romacivitaviterbo #TPL2.0 #ranking
115/09/2015 di Bonfa.it
Ormai è dato per certo che la potenza della “rete dei pendolari” su facebook, twitter e sul web in generale è talmente forte che nessun gestore di linee ferroviaria può competere per mole di segnalazioni e presenza “sul campo”.
Per il gestore tutta questa disponibilità di segnalazioni sono oro colato perchè permettono di essere aggiornati e (eventualmente) di intervenire in tempo reale, ove possibile.
Il pendolare (ma la cosa si più riferire a qualsiasi fruitore di servizio pubblico) adesso fa la sua segnalazione tramite applicazione o strumento social (facebook o twitter, per ora) dal suo smartphone o tablet , mentre è in movimento, utilizzando la sua connessione a internet e il suo tempo, quindi è a costo zero per chi si occupa di gestire il servizio. Tutto il costo, oltre a quello del biglietto o abbonamento, è quindi sulle spalle dell’utente.
Ricordiamoci che quando acquistiamo un biglietto o abbonamento, in effetti stipuliamo indirettamente un contratto di servizio, ma chi ne conosce i termini?
Crediamo sia quindi giunta l’ora di pagare i pendolari (certificando quelli più affidabili in base a un meccanismo di ranking o feedback) per il servizio pubblico che fanno, oltre al prezzo del biglietto. Una sorta di rimborso per il tempo speso a contribuire (seriamente) al miglioramento del servizio.
Addirittura si potrebbe spingere l’idea al limite, imponendo sui contratti di fornitura un certo numero di segnalazioni (affidabili) oltre le quali scatta il bonus, e/o scatta la penale o il rilievo verso il gestore, oltre al compenso per il pendolare (o gruppo di pendolari) che segnala con continuità e precisione.
E questo vale per il treno, i bus, la metro, le autostrade e anche per i servizi casalinghi come le forniture di acqua, luce, gas e telefono.
Che ne pensate?
#romacivitaviterbo
#TPL2.0
#segnalazioni
…Come non essere con te!
Pensa che poi il bonus malus, in caso di non raggiungimento degli standard previsti, è citato nei dispositivi di regolamentazione dei servizi di pubblica utilità (vedi Carte dei Servizi), peccato che quasi nessuno (a parte le aziende di forniture energetiche e servizi di telefonia, a condizioni limitate) la applichi. Più l’ente è un carrozzone, più è evidentemente antieconomico.